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Donuts, storia della nascita di un mito

La storia della ciambella americana sofficissima e l’inventore della prima macchina per ciambelle fritte

Famosissimi, sofficissimi, coloratissimi e, ovviamente, buonissimi. Di cosa stiamo parlando? Dei donuts, è chiaro! Vi siete mai chiesti quale sia la storia della amatissima ciambella americana e chi l’abbia inventata?

Continuate a leggere, vi sveleremo tutti i segreti sui donuts!

Perché i donuts hanno il buco?

L’origine dei donuts è molto varia.

Ci sono leggende che parlano di coloni olandesi, i quali una volta giunti a New Amsterdam (odierna Manhattan) hanno portato con loro un dolce chiamato Olykoeksdolce oleoso” che pare essere proprio un precursore della ciambella americana, e un’altra leggenda, la più famosa, che vede come protagonista una signora di nome Elizabeth Gregory.

Nel XIX secolo, Elizabeth Gregory era la mamma del capitano della crociera del New England, Hanson Crockett Gregory, e si dice abbia preparato per suo figlio e per tutto l’equipaggio una sorta di pasta fritta aromatizzata alla cannella, noce moscata e scorza di limone con al centro, in una parte che non poteva cuocersi, nocciole e noci e presumibilmente chiamò questa preparazione doughnuts, un nome composto da dough “impasto” e nuts “nocciole”.

Ma la storia delle ciambelle fritte non finisce qui, è il turno di suo figlio Hanson Crockett Gregory il quale si dichiarava ai tempi l’inventore della cosiddetta ciambella con buco: in alcune storie racconta di aver fatto quel buco per rendere più leggere le ciambelle fritte, alleggerendole delle noci e nocciole, in altre racconta di aver fatto quel buco per agevolare la digestione dei donuts, in altre ancora, infine, racconta di aver fatto il buco alla ciambella sofficissima durante una tempesta in mare, quando necessitava di tenere ben salde entrambe le mani sul timone e, per non buttarla via, infilzò la ciambellina fritta in un raggio del timone stesso.

Avrà detto la verità? Non lo sapremo mai, ma quello di cui possiamo essere certi che dalla loro prima apparizione, i donuts divennero sempre più famosi e furono il pasto consolatorio di moltissimi militari in battaglia durante la Prima Guerra Mondiale: si dice che 250 volontarie dell’Esercito della Salvezza (The Doughnuts Girls) abbiano preparato caffè caldo e ciambelle per i soldati stremati e che dopo il primo conflitto mondiale, precisamente nel 1938, fu istituito a Chicago il National Doughnuts Girls con l’intento di raccogliere fondi per combattere la Grande Depressione e di ringraziare le volontarie per il loro importante sostegno.

Da quelli fatti in casa alla prima macchina per ciambelle automatica: l’evoluzione dei donuts

Nei primi anni del XIX secolo, le ciambelle americane erano già di gran voga ma probabilmente invece che essere fritte in olio vegetale, leggero ma troppo costoso per l’epoca, venivano fritte con il lardo di suino, poco costoso e saporito, che permetteva alle ciambelline fritte di mantenersi morbide e soffici per giorni anche grazie alla presenza del lievito di patate.

Una grande novità arriva nel 1911 con Crisco, olio di cotone idrogenato, una sorta di grasso vegetale insapore, inodore e Kosher, con cui friggere i donuts. Crisco ebbe subito un’enorme diffusione, soprattutto negli anni successivi durante la guerra, quando comprare grasso animale si faceva sempre più difficile mentre Crisco era facilmente reperibile nei negozi.

La crescita delle vendite di Crisco fu, ovviamente, direttamente proporzionale alla richiesta di donuts: in America si consumavano così tante ciambelline fritte che nel 1920 Adolph Levitt costruì la prima macchina per ciambelle automatica (dopo aver acquisito il brevetto da Walter Tomlinson). Levitt forse non ebbe mai profondamente idea della macchina che aveva costruito.

Bambini, adulti, anziani, chiunque si fermava davanti al suo negozio per osservare la macchina per ciambelle all’opera e ovviamente per gustarne diverse. Si calcola che in quegli anni Levitt guadagnò, pressappoco, 25 milioni di dollari all’anno.

Adolph Levitt con la sua macchina, inoltre, stava compiendo una sorta di miracolo sociale ingentilendo la ciambella sofficissima e facendola rientrare nell’immaginario di ogni americano, ricco o povero, famoso o comune: i donuts divennero protagonisti di pubblicità e anche film con protagonista Clark Gable.

Insomma, fenomeno donuts!

Balziamo di qualche anno in avanti e arriviamo al 1930, quando il francese Joe LeBeu si trasferisce in Kentucky e vende la sua ricetta segreta delle ciambelle americane e anche il nome che aveva dato loro, Krispy Kreme, ad Ismael Armstrong, il quale con l’aiuto di suo nipote Vernon Rudolph inizia a vendere ciambelline fritte porta a porta. Nel 1937 Vernon Rudolph con soli 25 dollari e giunto con un suo amico in North Carolina, comincia a produrre e vendere per strada i donuts, dando così vita al format di Krispy Kreme che ancora oggi resiste in America.

Anche durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, il consumo di ciambelle americane balza alle stelle: negli anni ’50 Krispy Kreme possiede 29 punti vendita in 12 stati e già da allora combatte testa a testa per il primato con il famosissimo Donkin’ Donuts, che pian piano conquisterà il mercato vendendo un quantitativo di donuts 5 volte superiore a quello di Krispy Kreme.

Oggi in America vengono prodotti all’incirca 10 miliardi di donuts, con macchine sicuramente più all’avanguardia, di cui solo 1 miliardo prodotto da Krispy Kreme che continua a custodire l’unica e sola ricetta originale di Joe LeBeau da quasi un secolo.

Noi di 12oz abbiamo solo gli originali donuts americani, morbidi e soffici. Che ne dite di fare merenda?

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